lunedì 4 maggio 2009

Perchè mi candido con Sinistra e Libertà

di Giuliana Sgrena

Come forse già saprete mi sono candidata alle elezioni europee nella lista di Sinistra e libertà.
Ho avuto altre volte, in passato, proposte di candidatura che ho sempre rifiutato perché volevo continuare a fare il mio lavoro e non ho cambiato idea. Ma questa volta si tratta di elezioni europee e intendo portare la mia esperienza, accumulata in vent’anni di lavoro al Manifesto, in Europa.
Se sarò eletta, cosa non certo facile, per cinque anni continuerò a seguire i temi di cui mi sono occupata fino ad ora: indagare le ragioni dei conflitti del Medioriente, dell’Afghanistan, dell’Africa e provare a costruire nel Parlamento europeo gli schieramenti più larghi e trasversali per avanzare proposte e iniziative di pace.
In primo luogo, naturalmente, per sostenere la battaglia delle donne contro tutti i fondamentalismi non solo per la difesa dei propri diritti, ma anche e soprattutto per affermare un punto di vista originale, laico e democratico, per la soluzione dei conflitti, a cui è sempre più necessario trovare una sponda politica in Europa. Che ora può essere favorita anche dalla elezione del presidente Obama negli Stati uniti. E poi occorre costruire una alternativa alla contrapposizione tra islamofobia e relativismo culturale che giustifica tutte le discriminazioni contro le donne.
Proverò ad essere un punto di riferimento per i movimenti che in questi anni hanno manifestato per la pace e contro le guerre e renderò conto puntualmente di tutte le mie iniziative oltre a sollecitare da parte dei movimenti stessi tutti i suggerimenti e le proposte che vorranno indirizzarmi.
Per questo creerò un forum permanente di dibattito e confronto.
Mi batterò perché i temi della laicità e dell’uguaglianza siano affermati in ogni istanza o decisione del Parlamento europeo. L’offensiva della chiesa e del fondamentalismo cattolico nel nostro paese può trovare un argine in Europa come è già avvenuto in passato, mentre i diritti di uguaglianza dei lavoratori e dei migranti saranno il banco di prova fondamentale di questa nuova Europa.
E poi la mia scelta ha a che vedere con la crisi della sinistra.
Credo che di fronte alle recenti sconfitte, come ho più volte sostenuto, non serva coltivare delusione e amarezza, ma rinnovare l’impegno di analisi, ricerca e proposta. Le ragioni della sinistra sono ancora tutte valide, addirittura esaltate dal precipitare delle crisi nel mondo e la mancanza di una leadership credibile, non solo in Italia, non può essere motivo di abbandono o rinuncia.
In questa tornata elettorale io sono stata tra quelli che avrebbero preferito un’unica lista a sinistra senza leader di partito, ma con candidature espressione del vastissimo mondo associativo, culturale e professionale che sta a sinistra e che avrebbe potuto proporsi con un’immagine del tutto nuova.
Non è stato possibile e non mi interessa qui e ora indicare le responsabilità.
Io ho scelto Sinistra e libertà perché credo nel modello di una sinistra plurale, in grado di raccogliere culture ed esperienze diverse, di riscrivere il proprio statuto non dimenticando le proprie origini e identità, ma guardando avanti alle sfide anche teoriche che la realtà impone, senza fare della propria identità/diversità un elemento di divisione ma una ricchezza che ciascuno porta con sé e che mette continuamente in discussione.
È la complessità stessa della crisi delle nostre società e del mondo, che intreccia politica, economia, diritti, ambiente, etica, religione a imporre un nuovo linguaggio e nuove categorie interpretative.

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