sabato 1 febbraio 2014

C'era una volta la "legge truffa"

Nel 1953 la maggioranza parlamentare imperniata sulla Dc approvò una legge elettorale che passò alla storia come "legge truffa". Assegnava un premio di maggioranza del 15% alla coalizione che avesse ottenuto il 50% più uno dei voti. Avete letto bene: il 50% più uno dei voti, Cioè la maggioranza assoluta. Roba che, a proporla oggi, sembrerebbe una stravagante esagerazione in senso opposto. Altro che legge truffa: ci si attirerebbe l'accusa di ostacolare le magnifiche sorti e progressive del bipolarismo, l'efficienza delle istituzioni, la certezza del governo e bla, bla, bla. Oggi, infatti, la legge elettorale Renzi-Banana ci racconta che, per avere il premio di maggioranza del 16% , basta e avanza il 37%. Talchè - ha argutamente osservato qualcuno - si dovrebbe più appropriatamente parlare di premio di minoranza. E va già di lusso che è stata leggermente ritoccata la precedente "profonda sintonia" sulla proposta del 35%. Contro la "legge truffa" la sinistra (Pci e Psi) condusse all'epoca un'aspra battaglia. Dapprima persa, perchè la legge fu approvata, ma poi vinta, perchè alle elezioni ldel 1953 la maggioranza ottenne "solo" il 49,8% e il premio non scattò. E l'anno successivo, quella legge fu abrogata. Oggi anche il segretario del Pd conduce un'aspra battaglia, però a favore di una legge al cui confronto la "truffa" buonanima appare un eccesso di democrazia.

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